On 13 November at the LUISS Campus of Viale Romania, LabGovers met several experts who carried out in Rome  experiences of digital, institutional and scientific  mapping.

13 NOV

With them they discussed on the importance of mapping as a tool of knowledge and reaserch on the territories, as well as an opportunity to adopt a different view and a chance to experiment alternative ways  to transform the city. Mapping means to find places, structures, realities and, consequently, activators of innovation. Namely those people who “lit the spark” transforming the urban assets (tangible and intangible) in commons. The first speaker was Ilaria Vitellio, urban planner and founder of Mappina, a platform of collaborative mapping that gives a different view on cultural cities through critical  contributions of its inhabitants. Her project was born in Naples, including 430 mappers, the core idea is to enable anyone to geotag photos, videos, sounds and texts to redefine the image of the city by its own subjects. Here mapping the city goes through a collective narrative experience. Mappina uses online activities, they organize several workshops on “mapping and re-imagining” the abandoned spaces to reclaim these places according to their actual needs and according to desires of the citizens. The collaborative mapping allows not only to read a map, but it can be rewritten based on the experiences and knowledge of the community on which it is tailored and to which it is addressed.

The evening continued with Liliana Grasso, Mattia Diletti, Silvia Lucciarini, researchers and coordinators of MappailPD, a project born with the aim of assessing the path of the Democratic Party in Rome.

This kind of method try to find the strengths and weaknesses, the good aspects as well as the negativities of the city, starting with the construction of a base-quantitative data analysis relative to the circles of the Democratic Party and economic and social areas of the city.

The main use of this PD maps is to identify for each area the ability to understand and represent the needs, especially the ones of the most vulnerable neighborhoods, they try to attract young people and their skills to adopt new participation methods.

The meeting then continued with Stefano Simoncini, speaker for the project RETER Mutazioni Urbane, an experiment of critical and collaborative mapping through an extensive network of local associations, committees, local authorities and university departments.

The labgovers had the opportunity to reflect on the complexity of the space that daily determines our lives conditioning our lifestyles and wellbeing. This “geosocial sphere” is a third space, where you can create a new dimension and protype a functional map for the territory in favor of collective intelligence. The discussion continued with Giulia Pietroletti, deputy in charge for the Public Administration in Rome. She told of this part of the city, the Municipio V, with the highest rate of immigrants for residents, characterized by a very active and proactive citizenship as a perfect field for experimentation. She showed us the “Charter of Regeneration” in which it were collected all the different realities of the City of Rome, divided into areas (natural, archaeological, historic) to preserve the need for care and attention of our heritage.

Therefore, there is an increasingly evidence that we need a new development model, which allows these places to become the cultural centers  for active citizenship and to see realized the desires of the citizens living in these degrading situations. Finally took the floor, Maurizio Moretti, creator of  a mapping work on the Municipio V, based on subsidiarity ,which showed this city as an example of active citizenship.

The problem is the fact that there is a tangible desire to reuse the abandoned spaces, but their problematic nature result by the fragmentation of responsibilities obstacle this idea of innovation. It is necessary, therefore, to intervene in these realities to implement democratic experimentalism and collaborative citizenship to create a real impact.

 

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CONOSCERE PER SAPERE

Workshop 13 novembre: La mappatura e lettura del territorio

 

13 NOV1Nella giornata del 13 Novembre, nella sede di Viale Romania della LUISS Guido Carli, i ragazzi di LabGov hanno incontrato diversi esperti, che hanno portato avanti a Roma esperienze di mappatura digitale, istituzionale e scientifica. Con loro hanno discusso e riflettuto sull’ importanza  Della mappatura come strumento di conoscenza e ascolto dei territori che apre ad un diverso sguardo, una occasione per sperimentare modi alternativi di attraversare e di trasformare la città.

 

Con questo termine si indica l’ individuazione di luoghi, strutture, realtà, e, di conseguenza, dei vari attivatori, ossia quelle persone che “accendono la scintilla” trasformando tali assets ( materiali e immateriali ) in beni comuni. Ed è importante per capire come si può e si deve intervenire al meglio.

La prima a prendere la parola è stata Ilaria Vitellio, urban planner e fondatrice di MappINA, una piattaforma di collaborative mapping che dà un’immagine culturale diversa delle città attraverso il contributo, critico ed operativo, dei suoi abitanti. Un progetto nato a Napoli, che prevede la partecipazione di 430 mappers, e che consente a chiunque di georeferenziare foto, video, suono e testi e che contribuisce a ridisegnare l’immagine della città ad opera dei suoi stessi abitanti. La mappatura intesa  quindi come narrazione collettiva. Alle attività on line vengono organizzati diversi laboratori di mappatura e di reimmaginazione degli spazi abbandonati con l’ obbiettivo di riappropriarsi di questi spazi ripensandoli secondo gli effettivi bisogni e desideri dei suoi abitanti. Si è discusso, poi, dei vari progetti di cui si è occupata e, più in generale, della collaborative mapping, una nuova attività che permette non soltanto di leggere una mappa, ma di poterla riscrivere in base alle esperienze e ai saperi della comunità su cui poggia e a cui si rivolge.

La riflessione è continuata con Liliana Grasso, Mattia Diletti, Silvia Lucciarini, ricercatori e coordinatori di MappailPD, progetto nato con l’ obiettivo di valutare l’operato del partito democratico a Roma una “mappatura” dei punti forza e di debolezza, del buono e del cattivo, dei singoli circoli della città. La mappatura è partita dalla costruzione di una base-dati quantitativa relativa ai circoli del PD e allo stato economico-sociale dei territori della città per poi individuare per ogni circolo la capacità di comprendere e rappresentare i fabbisogni, specie della parte più vulnerabile della città; di attrarre giovani e competenze; di adottare metodi nuovi di partecipazione. Per fare ciò è stato necessaria la diffusione di un questionario, per poter capire come intervenire e risolvere i punti deboli del partito.

È intervenuto, poi, Stefano Simoncini, che si occupa del progetto RETER Mutazione Urbane, un esperimento di cartografia critica e collaborativa in fase di realizzazione attraverso un’ampia rete territoriale di associazioni, comitati, enti locali, dipartimenti universitari già attivi in questo ambito o dotati di strumenti e banche dati utili. I ragazzi hanno avuto l’occasione di riflettere sulla complessità dello spazio, aumentata in seguito alla nascita -del web che contrapponendosi a quello concreto, della vita quotidiana determina condizionamenti non indifferenti.Il geosocial è una terza spazialità, dove è possibile creare una nuova dimensione e mappe funzionali al territorio in favore dell’intelligenza collettiva.

La discussione è proseguita con Giulia Pietroletti, Assessore all’ambiente, decoro, intercultura e innovazione nella Pubblica Amministrazione nel Municipio Roma V. Municipio con il più alto tasso di immigrati e residenti,  caratterizzato da una cittadinanza molto attiva e propositiva.  L’Assessore ci ha mostrato la Carta della Rigenerazione in cui sono state raccolte tutte le diverse realtà presenti nel Municipio, suddivise in aree da preservare ( aree naturalistiche, archeologiche, casali storici ) che necessitano di cura e attenzione, così da poter essere giustamente valorizzati, e di politiche attive così da poterne continuare a godere, noi e le generazioni future; e poi  aree da rigenerare come per indicare zone caratterizzate da parcheggi sotterranei ormai in stato di abbandono e da edifici municipali abbandonati e difficili da gestire. Vi sono poi anche altre zone del Municipio in gravi situazioni di degrado o abuso, basti pensare al Parco di Centocelle. È sempre più evidente, quindi, che c’è bisogno di un modello di sviluppo nuovo, che permetta, ad esempio, a questi luoghi di divenire dei poli culturali e di formazione e alla cittadinanza di vedere realizzato il proprio desiderio di non vivere più in situazioni degradanti che da molto, forse troppo tempo, caratterizzano quelle zone. Ha preso la parola, in seguito, Maurizio Moretti che ha proprio realizzato un lavoro di mappatura sul Municipio V, basato sulla sussidiarietà e dal quale è emerso un Municipio che si dovrebbe prendere come esempio di cittadinanza attiva.

Infatti il problema non è tanto il fatto che non ci sia la volontà di riutilizzare gli spazi in stati di abbandono, quanto, invece, le problematicità dell’ uso degli stessi  e la frammentazione delle competenze. È necessario, quindi, intervenire proprio in queste realtà già esistenti e bisognose cercando di attuare lo sperimentalismo democratico e collaborativo.