Managing innovation in a post-pandemic scenario, can the innovation & sustainability manager be the answer for the economy post-Covid19?

Managing innovation in a post-pandemic scenario, can the innovation & sustainability manager be the answer for the economy post-Covid19?

“How will the post Covid-19 future be like?”. This is the question that many  people have been asking in the last weeks. A burning question lit by reasonable doubts and sincere preoccupation for what will come. The answers, for now, may seem several and unclear. Two alternatives, can be found: the optimists, hoping to see the same social-economic recovery they saw in last century’s post-wars. Those are the people that will never forget the effects brought by the economic boom, the spread of social movements and the social cultural  and economic recovery experienced by Eu countries, who, just some years before, went through few of the darkest pages of history. On the other side of the coin, there are, as usual, the pessimists. For them, an economic upturn is not just implausible, with the 2008 recession’s scars yet to be healed, but almost utopic.

“Managing post Covid-19 digital transformation and ecological transition, will innovation managers be the solution?”. This is the first topic, out of four meetings, entirely dedicated to the analysis of social sciences transformation in the current global health emergency. 

The purpose of Tuesday’s lecture April 21st, is to give explanations on the future after Covid-19, focusing the attention on the upcoming opportunities and on the missing possibilities for those who will come during the digital transformation and ecological transition. Professionals and scholars will discuss together over the issues and challenges we will be facing in future.

It is legit to believe that innovation managers will lead us through this transition?

To answer this question, two eminent guests of the international field will guide us focusing on topics related to digital innovation and sustainability. The first guest will be the famous french economist doc. Jean Paul Fitoussi. The following guest will be dr. Federica Santini, President of Trenord S.r.l., Trenitalia subsidiary. The meeting will be moderated by Elena De Nictolis (post doc research fellow in Luiss) and concluded by prof. Christian Iaione, Director of the MSc in Law, Digital innovation and Sustainability & Co-Director of LabGov.City.

Before giving a deeper insight in the topics treated, we should first give a closer look to our guests:

Federica Santini graduated cum laude at Luiss Guido Carli University in 2007. Since 2018, she is the President of Trenord S.r.l., Trenitalia subsidiary (Gruppo FS Italiane) e FNM (Ferrovie Nord Milano). Since 2017 she has been covering the role of Strategies, innovations and informative systems director of Italferr S.p.A., a Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane’s firm, with responsibilities in business planning, extraordinary operations, competitive positioning and business development, market analysis, institutional relations, innovation, sustainability, quality, environment and security, as well as information systems and digitalization.

Jean Paul Fitoussi is a world-famous French economist. Professor Emeritus at Sciences Po, in Paris, and Professor at Luiss, Rome. Since 1989, he is the president of the French Observatory on Economic Conjunctions (OFCE). He is also a member of the scientific council of the “François Mitterrand” Institute and of “Center on capitalism and society” of Columbia University. His works is mostly committed on the topic  regarding inflation, unemployment, open economies and the role played by macroeconomics policies. In his italian-translated publications we have “La misura sbagliata delle nostre vite”. Perché il PIL non basta più per valutare benessere e progresso sociale, written with Joseph Stiglitz and Amartya Sen, and Il teorema del lampione o come mettere fine alla sofferenza sociale.

We must find the keys for our future. Are we looking in the right places?

Historic achievements like the digital transformation, speeded up exponentially by the current global epidemic, and climate change, lay down challenges that must be faced with new tools. New professional figures will emerge in the job market. The Light post theory states that in periods of disorientation we are used to search the solution in the most obvious places, whereas in order to emerge from a crisis, we must search for a solution in unknown places. The figure of manager of innovation and sustainability, shaped in the new Luiss master’s degree in the social sciences of Digital Innovation and Sustainability, was created with the purpose to find new patterns for business and development in the darkness of insecurity, typical of every transitional period. It is precisely designed to face the issues and challenges posed by digital transformation.

In conclusion, tomorrow’s lecture will be of remarkable importance, with prominent guests and pivotal topics. The concern for the future must not be an obstacle, but rather an incentive to prepare ourselves the best way possible. 

Gestire la trasformazione digitale e la transizione ecologica nel post Covid-19, possono essere i manager dell’innovazione la soluzione?

“Che ne sarà del futuro post Covid-10?”. Questa è la domanda che molte persone hanno cominciato a farsi nelle ultime settimane. Una domanda alimentata da una perplessità dubbiosa e una sincera preoccupazione per ciò che verrà. Le risposte, per ora, possono sembrarci molteplici e poco chiare. Si distinguono, come spesso accade, due fazioni: gli ottimisti, speranzosi di vedere una ripresa economico-sociale come quelle già viste nel post-guerra del secolo scorso. Quelle persone non vogliono dimenticare il boom economico, i movimenti sociali e la generale ripresa civile delle nazioni europee, che solo pochi anni prima avevano vissuto uno dei periodi più oscuri della storia. Dall’altra parte, i pessimisti. Una ripresa economica e sociale, se già poco plausibile date le cicatrici non ancora rimarginate dal 2008, ora risulta quasi un’utopia. Una speranza per gli sciocchi.

“Gestire la trasformazione digitale e la transizione ecologica nel post-Covid19, possono essere i manager dell’innovazione la soluzione?”. Costituisce il primo di un ciclo di incontri interamente dedicato all’analisi delle trasformazioni delle scienze sociali nella attuale emergenza sanitaria mondiale. 

L’obiettivo dell’incontro di martedì 21 aprile sarà quello di fornire delucidazioni sul futuro post Covid-19, focalizzando l’attenzione sulle opportunità che sono emerse e gradualmente emergeranno durante la trasformazione digitale e la transizione ecologica. Professionisti e mondo accademico riflettono insieme sulle sfide e i cambiamenti che dovremo affrontare.

È lecito credere che saranno i manager dell’innovazione a guidare questa transizione? 

A rispondere a questa domanda saranno due ospiti di rilievo internazionale che disquisiranno attraverso le lenti dell’innovazione digitale e della sostenibilità. L’incontro prevede un intervento di circa quindici minuti da parte del dott. Jena Paul Fitoussi, economista francese di fama mondiale. Dopodiché interverrà la dott.ssa Federica Santini, Presidente di Trenord S.r.l., società partecipata da Trenitalia. L’incontro verrà moderato dalla dott.ssa Elena De Nictolis, (post doc research fellow in Luiss) e sarà concluso dal prof. Christian Iaione, Director of the MSc in Law, Digital innovation and Sustainability & Co-Director of LabGov.City.

Prima di dare uno sguardo ancora più complessivo agli argomenti che verranno trattati, presentiamo ancora meglio chi sono i relatori:

Federica Santini laureata con lode presso l’Università LUISS Guido Carli nel 2007. Dal 2018 è Presidente di Trenord S.r.l., società partecipata da Trenitalia (Gruppo FS Italiane) e FNM (Ferrovie Nord Milano). Dal 2017 ricopre il ruolo, di Direttore Strategie, Innovazione e Sistemi Informativi di Italferr S.p.A., società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con responsabilità in ambito di piano d’impresa, operazioni straordinarie, posizionamento competitivo e business development, analisi di mercato, relazioni istituzionali, innovazione, sostenibilità, qualità, ambiente e sicurezza, nonché sistemi informativi e digitalizzazione.

Jean Paul Fitoussi è un economista francese di fama mondiale. Professore Emerito all’Istituto di studi politici di Parigi (Sciences Po) e Professore presso la LUISS di Roma, dal 1989 presiede l’osservatorio francese sulle congiunture economiche (OFCE). È inoltre membro del consiglio scientifico dell’Istituto “François Mitterrand” e del “Center on capitalism and society” della Columbia University. I suoi lavori riguardano principalmente inflazione, disoccupazione, economie aperte e il ruolo delle politiche macroeconomiche. Fra le sue pubblicazioni tradotte in italiano ricordiamo La misura sbagliata delle nostre vite. Perché il PIL non basta più per valutare benessere e progresso sociale, scritto assieme a Joseph Stiglitz e Amartya Sen, e Il teorema del lampione o come mettere fine alla sofferenza sociale.

Dobbiamo trovare le chiavi del futuro. Le stiamo cercando nel posto giusto?

Processi di transizione epocali come la trasformazione digitale, accelerata in maniera esponenziale dalla pandemia di questi mesi, e il cambiamento climatico, pongono sfide che devono essere affrontate con strumenti nuovi. Nuove figure professionali emergeranno nel mercato del lavoro. Il teorema del lampione ci insegna che in momenti di sbandamento cerchiamo le soluzioni nel posto più scontato mentre per uscire dalle crisi occorre cercare soluzioni in luoghi e spazi ignoti. La figura del manager dell’innovazione forgiata dalla nuova laurea magistrale Luiss nelle scienze sociali dell’Innovazione Digitale e della Sostenibilità nasce proprio con il compito di cercare le chiavi di nuovi modelli di business e paradigmi di sviluppo nell’oscurità dell’incertezza tipica di ogni transizione ed è costruita per affrontare le sfide poste dalla trasformazione digitale.

Dunque, l’incontro di oggi sarà di notevole importanza, con ospiti di rilievo e argomenti di rilievo. La preoccupazione per il futuro non deve esserci da ostacolo, bensì deve essere l’incentivo per prepararci al meglio. 

Alessandro Alberti

TAVOLA ROTONDA: “La partecipazione dal basso: problematiche di governance ed esperienze”

TAVOLA ROTONDA: “La partecipazione dal basso: problematiche di governance ed esperienze”

Venerdì 17 Aprile 2020, dalle ore 9:30 alle ore 18:30, si terrà, presso l’aula tematica del Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi “Roma Tre”, la Tavola Rotonda: “La partecipazione dal basso: problematiche di governance ed esperienze”. 

Il suddetto incontro si inserisce nell’ambito dei Master biennali in: Culture del patrimonio; Conoscenza, tutela, valorizzazione, gestione; Economia e gestione dei beni culturali e del master annuale in Management-promozione-innovazioni tecnologiche nella gestione dei beni culturali.

L’evento, curato dal prof. Stefano Consiglio e dalle Prof.ssa Paola Demartini e Michela Marchiori, vedrà la partecipazione di Alessandro Antonelli, vicepresidente di LabGov.City, in qualità di relatore, il quale, durante la sessione pomeridiana, parlerà del protocollo metodologico “Co-City” applicato alla città di Roma, il caso “Co-Roma”.

Verrà illustrato come tale approccio, che prevede la costruzione di un ecosistema istituzionale a quintupla elica, tramite il coinvolgimento di cinque attori: il Civico, il Sociale, il Cognitivo, il Pubblico e il Privato, possa essere innovativo nella costruzione di quartieri e comunità collaborative urbane. Il progetto viene portato avanti da LabGov – LABoratorio per la GOVernance della città come un bene comune, tramite un programma di formazione/crescita, con la collaborazione di vari stakeholders.

La Tavola Rotonda sarà divisa in due sessioni:

Durante la sessione mattutina (9:30 – 13:30), interverranno:

Giuliano Volpe (Università di Bari), Paola Demartini (Università Roma Tre), Michela Marchiori (Università Roma Tre), Stefano Consiglio (Università Federico II), Marco D’Isanto (Dottore commercialista e consulente di imprese ed istituzioni culturali), Gregorio Arena (Università di Trento), Mauro Baioni (Università Roma Tre), Sandra Aloia (Fondazione San Paolo).

Durante la sessione pomeridiana (14.30 – 18.30), interverranno:

Enzo Porzio (Cooperativa La Paranza della Sanità), Fabrizia Cannella e Federica Fava (Università Roma Tre), Alessandro Antonelli (Vicepresidente Labgov.city – Luiss), Andrea Colafranceschi (Associazione Torpiùbella), Claudio Gnessi (Ecomuseo Casilino ad Duas Lauro), Nicola Brucoli (TWM factory).

Civic collaboration as the general legal principle for the activities of the Public Administration / La collaborazione civica come principio generale dell’attività amministrativa

Civic collaboration as the general legal principle for the activities of the Public Administration / La collaborazione civica come principio generale dell’attività amministrativa

Civic Collaboration as the legal principle of the administrative activities (ENGLISH version below)

Lunedì 17 giugno 2019 si è tenuto il convegno su “La collaborazione civica come principio generale dell’attività amministrativa” presso la Sala di Pompeo di Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato.

Il convegno ha costituito l’occasione per presentare il volume “La Co-Città. Diritto Urbano e Politiche Pubbliche per i Beni Comuni e la Rigenerazione Urbana”, a cura della professoressa Paola Chirulli e del professor Christian Iaione, edito da Jovene, 2018.

Il convegno è stato aperto dal prof. Claudio Rossano, Emerito di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l’Università di Roma La Sapienza, che ha presieduto l’incontro. Egli ha affermato che “La partecipazione degli abitanti delle città all’amministrazione locale, prevista dalla Costituzione, presuppone nuove soluzioni amministrative”.

Nel primo panel i due autori del volume “La Co-città”, la professoressa Paola Chirulli de La Sapienza e il professor Christian Iaione della Luiss Guido Carli hanno effettuato una introduzione ai temi in oggetto al convegno. La professoressa Chirulli ha sottolineato la “Necessità di identificare una cornice normativa più stabile per le esperienze di gestione di beni comuni urbani e di collaborazione civica che sempre più si diffondono nelle città. Il professor Iaione ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla stesura del volume e all’attività di ricerca che, nelle sue parole è “engaged research, un modello di università impegnata con problemi reali”. Questa è la cifra caratteristica della ricerca che Luiss-LabGov porta avanti anche in collaborazione con la professoressa Sheila Foster e la Georgetown University di Washington DC. Il professor Iaione ha sottolineato che “Le città si stanno dimostrando un luogo perfetto di sperimentazione giuridica, che produce diritto per garantire diritti, forgiando strumento che raggiungano scopi sociali e di uguaglianza”.

Nel secondo panel sono intervenuti la professoressa Sheila Foster della Georgetown University e il professor Giovanni Moro della Pontificia Università Gregoriana di Roma e di FONDACA – Fondazione per la Cittadinanza Attiva. La professoressa Foster, che con il progetto Co-Cities con la Luiss e la Georgetown anima la terza/quarta missione dell’università e il modello di engaged research, richiamato precedentemente dal prof. Iaione, ha parlato di città intesa come un bene comune (The City as a Commons), intesa come infrastruttura abilitante, che crei opportunità per coloro che godono del right to the city e che favorisca la creazione di partnership pubblico-privato-comunità. La professoressa, con LabGov, sta provando a esportare l’approccio Co-Città negli USA (a New York e a Baton Rouge in Louisiana). Quello che con il professor Iaione sta portando avanti oramai da anni è un riadattamento per i contesti urbani dei principi di design elaborati dal premio Nobel per l’Economia Elinor Ostrom ( https://www.thenatureofcities.com/2017/08/20/ostrom-city-design-principles-urban-commons/). Il professor Moro si è soffermato invece sulla “sussidiarietà circolare come logica di relazione” elencando le sfide e le opportunità che per la pubblica amministrazione e le comunità derivano da questa logica. La PA si trova spesso, nelle sue parole, davanti a un soggetto comunitario che non sempre si coordina bene con questa. Questo è un elemento da tenere ben presente.

Il convegno su “La collaborazione civica come principio generale dell’attività amministrativa” è proseguito con il terzo panel, che ha visto intervenire Rosanna De Nictolis, presidente del Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione Sicilia e Raffaele Bifulco, professore della Luiss di Diritto Costituzionale. La Presidente De Nictolis ha sottolineato come “Le amministrazioni locali dovranno saper cogliere le sfide connesse a partecipazione e cittadinanza attiva, sapendo sfruttare strumenti come il baratto amministrativo, strumento previsto dal codice dei contratti pubblici”. La Presidente De Nictolis ha quindi effettuato un excursus sul suddetto strumento del baratto amministrativo (o partenariato sociale), a cui ha dedicato una sezione del manuale “La Co-Città”. Il professor Bifulco invece ha ricordato come “La responsabilità etica e morale assume oggi importanza specialmente verso le future generazioni. Anche la tradizione giuridica inizia a ripensare i propri strumenti in termini di responsabilità intergenerazionale”. Il professor Bifulco ha analizzato il tema dei beni comuni urbani, partendo dal territorio, che dal 1800 è diretta manifestazione della sovranità statale, dello “Stato che decide cosa è pubblico e cosa è privato”, così anche nelle democrazie del ‘900 e in Italia come in molte delle discipline codicistiche europee. Nel corso del ‘900 avviene un qualcosa di nuovo, vi è una nuova consapevolezza che porta a ripensare la responsabilità etica e morale, che “Assume oggi importanza specialmente verso le future generazioni. Anche la tradizione giuridica inizia a ripensare i propri strumenti e le proprie categorie in termini di responsabilità intergenerazionale”. Il patrimonio comune dell’umanità è, secondo il professor Bifulco, una delle prime manifestazioni dei beni comuni nello scenario del diritto internazionale. La prospettiva intergenerazionale è fondamentale per intendere correttamente i beni comuni.

Nel corso del quarto panel sono intervenuti il professor Aristide Police e il professor Paolo Stella Richter. Il primo, partendo da una analisi del volume La Co-Città, degli esperimenti concreti (che forniscono robustezza agli elementi teorici) e degli strumenti in esso forniti ed analizzati (beni comuni come strumenti, baratto amministrativo, rigenerazione urbana, compresenza di intervento pubblico e privato), ha affermato che la “Differenziazione delle città è elemento di disomogeneità che non deve scoraggiare ma indurre a intervenire il privato laddove possibile. Esistono doveri e responsabilità dei privati nei confronti delle città”, mentre il secondo ha citato gli orti urbani e la cura degli spazi verdi collettivi come un qualcosa di cui tutti si appropriano per renderli aperti alla partecipazione di tutti. Il professor Stella Richter ha infatti ricordato come “In tempo di guerra gli spazi verdi divenivano di utilità comune e oggi questo fenomeno di gestione condivisa sta tornando manifestandosi negli orti urbani”. Per il prof. Stella Richter “Questa partecipazione attiva, cioè come tutti possono dare un apporto e l’amministrazione possa godere di tale apporto è tema dominante nel volume La Co-Città.” Egli ha concluso affermando che ”È bene comune non quello di proprietà comune ma quello che serve a tutti e il nostro compito è conservare e trasmettere il nostro territorio alle generazioni future”.

Prima delle conclusioni l’assessora Roma Semplice, Flavia Marzano, ha lanciato bilancio partecipativo #RomaDecide: 20 milioni messi a disposizione dei cittadini per la tutela del decoro urbano.

Ha concluso il convegno Veronica Nicotra, Segretario Generale dell’ANCI -Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, che ha affermato: “Da anni i comuni italiani, da sempre all’avanguardia, stanno lavorando sul tema dei beni comuni urbani, nonostante i forti tagli che sono stati effettuati sul comparto in questione. 
Oggi serve, nelle parole della dottoressa Nicotra, “Attività di disseminazione e promozione anche attraverso il mondo accademico delle esperienze in corso, un luogo come l’ANCI di supporto a queste esperienze, una cornice normativa al tema della collaborazione civica”.

Ha concluso il suo intervento assicurando che l’ANCI cercherà di “diffondere i contenuti del manuale Co-Città tra i comuni italiani”.

Grazie a tutti coloro che erano con noi in Consiglio di Stato in occasione del convegno e della presentazione del volume “La Co-Città. Diritto Urbano e Politiche Pubbliche per i Beni Comuni e la Rigenerazione Urbana” (http://www.jovene.it/schedaLibro.aspx?idLibro=39111&pagIndex=1).

ENGLISH VERSION

On Monday 17 of June 2019, a conference was held on “Civic collaboration as a general principle of administrative activity” at the Pompeian Hall of Palazzo Spada, the seat of the State Council.

The conference was an opportunity for the professors Paola Chirulli and Christian Iaione to present the book titled “La Co-Città. Urban Law and Public Policies for the Common Goods and Urban Regeneration ”, published by Jovene in 2018.

The conference was opened by  the prof. Claudio Rossano, Emeritus of Public Law Institutions at the University of Rome La Sapienza, who chaired the meeting. He stated that “the participation of city dwellers in the local administration, provided by the Constitution, presupposes new administrative solutions”.

In the first panel, the two authors of the volume “The Co-city”, namely Professor Paola Chirulli of La Sapienza University and the Professor Christian Iaione of Luiss Guido Carli University introduced the topics of the conference. Professor Chirulli underlined the “need to identify a more stable regulatory framework for the experiences of managing urban common goods and civic collaboration that are increasingly spreading in cities” while Professor Iaione thanked all contributors for the drafting of the volume and to the research activity which, in his words, is engaged research, which can be defined as the third mission of university namely “the commitment to real problems”.

This is the characteristic aspect of the research that Luiss-LabGov carries on also in collaboration with Professor Sheila Foster and Georgetown University in Washington DC. Professor Iaione emphasized that “Cities are proved to be a perfect place for legal experimentation, places that produce Law to guarantee rights, forging an instrument that achieves social and equality goals”.

The second panel was attended by Professor Sheila Foster of Georgetown University and Professor Giovanni Moro of the Pontifical Gregorian University of Rome and FONDACA – Foundation for Active Citizenship.

On her side, Professor Foster, co-founder of LabGov with Christian Iaione, from Georgetown University spoke about the “The City as a Commons”, intended as an enabling infrastructure, which creates opportunities and ensures the “right to the city” and which favors the creation of public-private-community partnerships. Sheila Foster, along with LabGov Georgetown, is trying to export the Co-City approach to the USA (in New York and Baton Rouge in Louisiana). With the Prof. Iaione, they are indeed carrying out research to re-adapt the principles of the Nobel Prize, Elinor Ostrom, to the urban context. Professor Moro focused instead on “circular subsidiarity as a logic of relationship”, listing the challenges and opportunities resulting from it, according to the public administration and communities. In his words, the PA often finds itself in front of a community subject that does not always coordinate well with this. This is an element to keep in mind.

The conference on “Civic collaboration as a general principle of administrative activity” continued with the third panel, which welcomed Rosanna De Nictolis, president of the Administrative Justice Council of the Sicily Region and Raffaele Bifulco, professor of Constitutional Law at Luiss University.

President De Nictolis pointed out that “Local administrations will have to know how to take on the challenges related to participation and active citizenship, knowing how to exploit instruments such as administrative bartering, an instrument envisaged by the code of public contracts”. The President De Nictolis then carried out an excursus on the aforementioned instrument of administrative barter (or social partnership), to which she dedicated a section of the manual “The Co-City”. Professor Bifulco instead recalled how “Ethical and moral responsibility assumes importance today especially towards future generations. Even the legal tradition begins to rethink its tools in terms of intergenerational responsibility ”. Professor Bifulco has analyzed the theme of urban common goods, starting from the territory, which since 1800 has been a direct manifestation of state sovereignty, of the “State that decides what is public and what is private”, so also in the democracies of the 20th century and in Italy as in many of the European codicular disciplines. According to Professor Bifulco, the common heritage of humanity is one of the first manifestations of common goods in the scenario of international law. The intergenerational perspective is fundamental to correctly understand the common goods.

Professor Aristide Police and Professor Paolo Stella Richter took part in the fourth panel.

The first, starting from an analysis of the volume La Co-Città, and notably of the concrete experiments (which provide robustness to the theoretical elements) and of the tools provided and analyzed (common assets such as instruments, administrative barter, urban regeneration, public participation and private), stated that the “Differentiation of cities is an element not  inducing homogeneity and which should not discourage but induce private individuals to intervene wherever possible. There are duties and responsibilities of private parties towards the cities “, while the latter cited urban gardens and the care of collective green spaces as something that everyone appropriates to make them open to everyone’s participation. In fact, Professor Stella Richter recalled how “in times of war, green spaces became of common use and today this phenomenon of shared management is returning to manifest itself in urban gardens”. For the prof. Stella Richter “Active participation, namely, how everyone can contribute and how the administration can enjoy this contribution is the dominant theme in the volume The Co-City.” He concluded by stating that “It is a common good not that of common ownership but that which is useful to all and our task is to preserve and transmit our territory to future generations”.

Before the conclusions the councilor from Rome Simple, Flavia Marzano, launched participatory budget #RomaDecide: 20 million made available to citizens for the protection of urban decor.

The conference was concluded by Veronica Nicotra, Secretary General of ANCI – National Association of Italian Municipalities, who said: “For years, Italian municipalities, which have always been at the forefront, are working on the issue of urban common goods, despite the heavy cuts that have been made on the sub-fund in question. Today it is useful, in the words of Dr. Nicotra, “Dissemination and promotion activities also through the academic world of ongoing experiences, a place like ANCI to support these experiences, a normative framework for the theme of civic collaboration”. He concluded his speech by ensuring that the ANCI will try to “disseminate the contents of the Co-City manual among Italian municipalities”.

Thanks to all those who were with us in the Council of State on the occasion of the conference and the presentation of the book “La Co-Città. Urban Law and Public Policies for Common Goods and Urban Regeneration”.

Urban Clinic LabGov EDU 2019 – II Community Gardening

Urban Clinic LabGov EDU 2019 – II Community Gardening

Saturday, March 23 2019, the second community gardening session of the Urban Clinic EDU LabGov has taken place in Luiss community garden #ortoLuiss. This appointment, as the first one, was dedicated to the “self-construction” Lab. Labgovers used this appointment in Luiss University to keep on developing and building their prototypes. This is how they are declining Sustainable innovation in the urban context.

Labgovers have improved and developed their initial ideas. They are designing and creating three prototypes of the next generation of digital urban and commons gardens. Through the structure that they are building they will put big data in the hands of the urban farmers and the urban gardeners.

Their work has been facilitated by two experts: arch. Silvia Berardinelli and Marco Falasca, architecture student part of two groups developing innovative structures in the cities. They gave the students the basis and their know-how to build these three prototypes and to make them stable and safe.

Labgovers have almost finished to build those three prototypes: one is for studying, the other is dedicated to chill and have a break and the third is made for work. They are all dedicated to the strengthening of a community, and to raise awareness about themes that are relevant for the individual and collective wellness such as sustainable agriculture, nutrition, diet, sport, tech justice, and many more.

Labgovers have still something to do: they will have to finish their work and to apply tech tools to the prototypes. At the same time they are designing and developing the digital platform that will be linked to the structures.

Stay tuned!

Urban Clinic LabGov EDU 1st weekend

Urban Clinic LabGov EDU 1st weekend

The first workshop of the Urban Clinic LabGov EDU in Luiss University was dedicated to urban planning. It took place in Luiss Campus on Friday 22nd February 2019.

Arch. Massimo Alvisi from AlvisiKirimoto gave a lecture on this theme. He has started his lecture by saying to the Labgovers that a very crucial and actual issue and at the same time challenge for the cities is the shift that has to be done from conceiving the differences from the city center to the peripheries. He has affirmed that we have to try to imagine the periphery as a horizon, as a limit to which to aim. We have, in his words, to reverse the common storytelling of the peripheries, by making it a place where contamination and meetings happen.

He told the Labgovers that sustainability means beauty and beauty is fragile. Italy is a fragile beauty. It is for this reason that urban planning plays a key role in fostering the sustainability of our cities. It does so by protecting the beauty from its fragility.

Arch. Alvisi has then focused his attention to his personal professional experience, and has narrated to the Labgovers his work with the working group G124, created by the Italian ‘archi-star’ Renzo Piano[1]. Renzo Piano gives his whole salary deriving from its role as an Italian congressman to this project (in facts, the name derives from the name of the building where G124 works, that is palazzo Giustiniani). The working group creates projects aimed toimprove the peripheries’ architecture. With G124, Luiss and LabGov he has realized the Co-Battipaglia project[2], in southern Italy. In this project they have implemented a participated urban planning and a process of co-created regeneration of the city.


[1] http://renzopianog124.com/

[2] https://co-battipaglia.commoning.city/